English (United States) français (France) Deutsch (Deutschland) italiano (Italia) español (España) português (Portugal) русский (Россия) 中文 (中国)
L'Arco Cornaro a Este

via Cappuccini
Este (Pd)

 

L'Arco Cornaro, detto del Falconetto, a Este, è un magniloquente portale in pietra di Nanto, che sorge presso il perimetro esterno della cinta muraria, verso ovest, e funge ora da scenografico ingresso al parco dell'ottocentesca Villa Benvenuti.
L'opera fu probabilmente realizzata intorno al 1525, su commissione di Alvise Cornaro, nella cui proprietà si trovava allora la tenuta; il possidente veneziano stesso ci fa sapere, attraverso un suo scritto, il Trattato de la vita sobria (Padova 1558), che egli era solito soggiornarvi due volte l'anno, in primavera e in autunno. Sia pure in assenza di informazioni specifiche, si suppone che il monumento avesse in origine una funzione decorativa e simbolica, ma venisse forse in seguito impiegato anche come ‘fondale' di uno spazio scenico all'aperto, giacché risulta documentata proprio in quel periodo la presenza di Ruzante a Este, dove è verosimile che l'autore e attore teatrale fosse chiamato a intrattenere l'amico mecenate e i di lui ospiti con le sue famose rappresentazioni pavane.
La paternità del progetto non è stata tramandata da alcuna fonte, tuttavia viene proposta in via d'ipotesi l'attribuzione all'architetto veronese Giovanni Maria Falconetto, assai legato al committente, per il quale disegnò la splendida Loggia nel cortile della dimora padovana (1524), nonché la Villa dei Vescovi a Luvigliano (dal 1529).

 

Arco Cornaro a Este

Arco Cornaro a Este, Padova
(per gentile concessione del Comune di Este)



Evidente appare qui la suggestione di un celebre monumento della Roma antica, l'Arco Quadrifronte di Giano al Velabro, che l'architetto veronese ebbe effettivamente occasione di ammirare e studiare durante un suo lungo soggiorno nell'Urbe, come testimonia anche una rappresentazione pittorica in Palazzo d'Arco a Mantova, opera sempre del Falconetto.
Nonostante il forte degrado, in gran parte dovuto all'estrema friabilità del materiale impiegato nella costruzione, si possono ancora apprezzare l'equilibrio delle forme e l'eleganza degli ornati, di matrice ‘antiquaria', come il mascherone in chiave di volta e le due Vittorie alate nei pennacchi. Le nicchie centinate, con catino decorato a conchiglia, che si articolano in coppie su due ordini sovrapposti, ai lati del fornice, sono ora vuote, prive delle statue che originariamente dovevano ospitare.